Molti avranno già sentito parlare, in questi ultimi tempi, di Comunità energetiche, le quali non sono altro che delle associazioni tra produttori e consumatori di energia proveniente da fonti rinnovabili (sole, acqua, vento), per ottimizzarne fra di loro il consumo.
Possono associarsi tra loro privati cittadini, condomini, aziende, enti locali, per utilizzare al meglio l’energia elettrica prodotta negli impianti di produzione energia (es. fotovoltaici) degli associati presenti in zona: ci saranno sicuramente dei momenti in cui l’impianto sta producendo energia ben più di quanto ne serva al proprietario, ma allora perché non utilizzarla e accendere proprio in quel momento la lavatrice o la lavastoviglie nelle case degli altri associati vicini? Questo porterebbe a consumare per quanto possibile l’energia pulita prodotta dall’impianto del vicino, a Km zero, invece di consumare energia elettrica prodotta in qualche grossa centrale termoelettrica in Liguria o Toscana, con utilizzo di Gas metano (che aumenta il riscaldamento globale) o addirittura dell’ancora più inquinante carbone, oppure importare energia nucleare dalla Francia.
Tutto questo porta anche a una sensibilizzazione di noi tutti nel “consumo” delle risorse: energia, acqua, ecc. prendendo coscienza che bisogna consumare meno, consumare meglio, intervenire sull’isolamento termico delle case e sistemare gli acquedotti colabrodo, ma anche spegnere le luci inutili e non far scorrere a vuoto l’acqua dal rubinetto.
Certo questo comporta dei piccoli cambiamenti nei nostri comportamenti quotidiani nell’uso dell’energia, ma che avranno impatto positivo sull’ambiente:
- favorendo la democratizzazione della produzione di energia à quindi tanti piccoli impianti fotovoltaici sparsi per il paese, invece di grosse centrali inquinanti (carbone, nucleare)
- sfruttando le energie pulite e rinnovabili (sole, vento, acqua) à quindi meno gas, meno carbone, meno nucleare
- non stressando le reti di distribuzione ENEL: con l’utilizzo “porta a porta” non si deve trasportare l’energia in giro per l’Italia à quindi minori perdite di energia e minore inquinamento elettromagnetico; e meno black-out! Avrete letto di quanti quartieri a Torino siano recentemente rimasti senza corrente, per mancata capacità della rete di gestire le richieste, avendo tutti contemporaneamente richiesto energia per la climatizzazione delle abitazioni.
Tornando alle comunità energetiche, in realtà non servirebbe nessuna associazione per fare quello che viene descritto sopra, tutti possiamo essere accorti nel consumo di energia, la novità è che l’Unione Europea – per il tramite del Governo italiano – incentiva queste buone pratiche: per ogni KW-h prodotto e contemporaneamente utilizzato all’interno di una Comunità energetica riconosce un premio di quasi 12 centesimi di Euro (11 centesimi per i condomini, che però non hanno bisogno di costituire una Comunità essendo già riconosciuti come condominio).
Ciò significa che, ad esempio, un intero condominio potrebbe dire: noi condomini dichiariamo di voler costituire una Comunità energetica (più esattamente un Condominio Solidale) e utilizzare tutti assieme l’energia prodotta dal condomino X, che ha da poco installato un bell’impianto fotovoltaico da 7 KW. Cosa ci si perde a farlo? Nulla. Il proprietario dell’impianto continua a consumare l’energia prodotta, a scaricare in rete la sola parte non utilizzata e pagare la bolletta per l’energia prelevata di notte dalla rete; gli altri condomini continuano a prelevare energia dalla rete e pagare la bolletta secondo contratto, nessuna modifica all’impianto elettrico è necessaria. Cosa ci si guadagna a farlo? Al condominio arriverebbero 11 centesimi di Euro per ogni KW-h intercettato e utilizzato dai condomini solamente e proprio quando l’impianto fotovoltaico del condomino X rendeva disponibile l’energia inutilizzata. La rendicontazione dei consumi sarebbe effettuata dal gestore dell’energia (es. ENEL), il quale dispone di tutti gli strumenti tecnici necessari, non in possesso dei soci delle Comunità.
Facciamo due conti: una famiglia mediamente consuma 2.800 KW-h all’anno, prendiamo in considerazione un condominio con 12 unità e ipotizziamo che si riesca, all’inizio, a sfruttare solo per un quarto gli incentivi; sul conto corrente del condominio ci potrebbero essere dopo un anno dagli 800 ai 1.000€. E se questi mille euro, invece di essere ripartiti tra i condomini secondo regole le più defatiganti e fantasiose possibili fossero usati per iniziare a pagare un mutuo per un impianto fotovoltaico condominiale? Si potrebbero avere altri 20 KW di pannelli, la cui produzione di energia elettrica andrebbe ad abbassare la bolletta di tutti i condomini (si usa l’energia prodotta invece di prelevare da rete), probabilmente si abbasserebbe la quota di incentivi ma comunque quanto basta per pagare il mutuo. Nota bene: i calcoli sono molto ipotetici ma non proprio campati in aria.
Quello sopra è un esempio limite, la soluzione ottimale è quella di mescolare più tipologie di utenze (aziende, asili e scuole in genere, privati, impianti sportivi, uffici comunali, ecc.) e più tipologie di produzione (fotovoltaico, eolico, biomasse, idroelettrico, ecc.); quindi sarebbe opportuno avere un ambito territoriale più esteso (vincoli tecnici permettendo).
Chi dovrebbero essere gli attori giusti, i protagonisti di queste Comunità energetiche, che abbiano una visione di territorio? La risposta è facile: i Comuni, le Amministrazioni comunali più attive, quelle più illuminate, più concrete.
Una volta tanto il Pinerolese è all’avanguardia in questo campo:
- il comune di Cantalupa è ormai alle fasi finali della costituzione della CER,
- i Comuni di Villar Pellice, Bobbio Pellice e Rorà hanno appena presentato il loro progetto per la costituzione di una rete di comunità energetiche, Interamente finanziato dalla Fondazione Compagnia di San Paolohttp://www.comunevillarpellice.it/ ,
- proprio a Pinerolo è stato costituito uno dei primi Condomini solidali,
- inoltre esiste e si sta muovendo molto bene l’Associazione Comunità Energetica del Pinerolese, la quale “si propone di spiegare al pubblico cos’è una comunità energetica, come funziona, quali sono i vantaggi economici e quelli per l’ambiente, come si può entrare a farne parte”. L’associazione vuole anche stimolare e supportare gli enti locali nella creazione di una Comunità energetica: questo articolo dell’Eco del Chisone lo spiega bene: https://www.ecodelchisone.it/news/2022-05-24/comunita-dell-energia-pinerolese-si-presenta-sei-incontri-44378Sul sito dell’Associazione è presente un modulo online (https://www.atspinerolese.it/aderisci ) da compilare per segnalare un eventuale interesse, senza impegno.
Scambiamoci informazioni e suggerimenti e proviamo a far nascere le prime Comunità! Ciascuno di noi si attivi nel proprio quartiere / condominio / Comune.
Sarà anche abusato ma è pur sempre molto valido l’invito di Pensare globalmente Agire localmente.